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La qualità dell’aria nell’ambiente lavorativo

Negli ultimi anni sono state evidenziate diverse patologie classificate sotto la definizione di “sindrome del malessere da edificio” in quanto proprio gli edifici sono considerati colpevoli di alcuni problemi che assillano le persone che vi lavorano.
Sembra un’esagerazione dire che esiste un malessere da edificio, tuttavia già nel 1982, il “Comitato tecnico dell’organizzazione mondiale della salute” classificò come “malessere da edifico” quella situazione dove più del 20% dei lavoratori presentano sintomi di affaticamento, mal di testa, irritazione agli occhi, naso e gola, anomalie nella pelle e mancanza di concentrazione.

Questa sindrome è comune negli uffici che utilizzano l’aria condizionata e mantengono le finestre chiuse. La mancata manutenzione dell’impianto di condizionamento nell’ambiente di lavoro contribuisce notevolmente allo sviluppo e alla proliferazione dei microrganismi e conseguentemente alla contaminazione dell’aria.

La produttività dei lavoratori può essere fortemente compromessa da una cattiva qualità dell’aria. Studi dimostrano come conviene prendere provvedimenti nel migliorare i sistemi di ventilazione, riscaldamento e condizionamento degli uffici, e il numero di casi relativi alla “sindrome del malessere da edificio” diminuisce.
Un recente studio realizzato in Canada, mostra l’effetto che ha un edificio chiuso nel tasso di assenteismo dei lavoratori in ufficio. Si è visto infatti come in un edificio con illuminazione e ventilazione naturale il tasso di assenteismo sia basso mentre invece una volta trasferiti gli stessi lavoratori in un edificio moderno con ventilazione centralizzata ,aria condizionata e finestre chiuse , il tasso sia aumentato notevolmente.

Considerando le fonti di contaminazione, potrebbero essere le persone stesse che liberano nell’aria batteri e virus attraverso il respiro, la tosse e gli starnuti; anche oggetti provenienti dall’esterno, non puliti adeguatamente, possono essere fonte di funghi e batteri.

Sia che provengano dalle persone, che dall’esterno, i contaminanti possono restare molto tempo negli ambienti confinati ed il livello di contaminazione tenderà a crescere man mano che questi microrganismi proliferano e si accumulano.  Questo ciclo compromette la salute dei lavoratori, degli studenti e di chi abita in questi locali provocando malesseri, scarso rendimento e assenze sempre più frequenti.

Le iniziative da intraprendere atte al raggiungimento di una buona qualità dell’aria negli ambienti confinati devono prevedere la manutenzione dei sistemi di condizionamento, riscaldamento e ventilazione, l’igiene delle superfici, dei pavimenti e degli oggetti.

La qualità dell’aria deve essere trattata con serietà e gli sterilizzatori di aria AirFree aiutano a fornire un’aria con bassa contaminazione anche in ambienti con alto grado di condizionamento.

La tecnologia naturale AirFree infatti può essere utilizzata contemporaneamente al condizionamento in quanto non altera le caratteristiche di umidità e di temperatura degli ambienti in cui viene applicata.

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